I leggendari fuochi di San Giovanni

Testo e disegni di Amelio Bucciantini

I LEGGENDARI FUOCHI DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Il 23 Giugno, vigilia della nascita di S. Giovanni Battista assieme al 24 Giugno festa del Santo, sono considerati due giorni molto importanti, ricchi di tradizioni e riti magico-rurali. La Ricorrenza del 23 Giugno, assume una grande importanza nel calendario sacro solare. Infatti in questo giorno il sole raggiunge l’apice della sua potenza e quindi la durata del giorno massima nell’emisfero nord e minima in quello sud perché l’asse terrestre è inclinato verso il sole Questo fenomeno celeste (Solstizio d’estate) non poteva passare inosservato all’uomo primitivo il quale sentì il bisogno di dipingere il simbolo solare sulle grotte e le rocce di ogni continente e quindi sacralizzare con vari riti questa tappe importanti del cammino solare. La vigilia del Solstizio d’estate è sempre stata considerata il fulcro degli adoratori del Sole; basti pensare all’ importanza data al sole-fuoco da numerosi popoli, quali i Celti, gli Egizi, i Sumeri, i Greci, i Maya,gli Aztechi, gli Etruschi, i Toltechi, gli Incas e altri popoli. Molte vole sacrificavano, con complicate e cruenta cerimonie, sugli insanguina altari uomini e animali. Secondo alcuni studiosi la festa di San Giovanni avrebbe unicamente sostituito, quale sovrapposizione cristiana ad un culto anteriore, la festa delle Acque dedicate a diversi Dei, ma in particolar modo ad Adone, celebrato dalle popolazioni semitiche e poi adottato in seguito dai Greci nel 500 A.C. Il rito celebrato durante le feste di Adone consisteva nel distendersi nella rugiada mattutina o nell’immergersi nelle acque dai fiumi per scongiurare i cattivi presagi. Poi in seguito questo cerimoniale fu sostituito nei secoli successivi da fuochi di gioia che si accendevano sulle colline. Vari studiosi si trovano concordi nell’ affermare che questa cerimonia voleva sottolineare con numerose feste rituali l’ inizio dell’anno considerando il mese di Giugno quale primo mese (Junio), il più giovane e il mese di Maggio (Major) il più vecchio. Molti si domanderanno perché il Solstizio d“estate sia stato dedicato per tradizione a S. Giovanni Battista anziché a qualche altro Santo. Sembra che la Chiesa, adottando al proprio culto questa festa pagana, cercò di cristianizzarne il significato e l’importanza ponendo la nascita di S. Giovanni Battista nel solstizio d’estate così come, sei mesi dopo, consacrato la nascita di Gesù nel solstizio d’inverno. Nell’undicesimo secolo, la Chiesa volle assorbire questa ricorrenza in tutti suoi aspetti e da allora cominciò a benedire i fuochi di S. Giovanni con questa formula: “Benedite o` Signore questo fuoco che pieni di speranza noi accendiamo con la natività di S. Giovanni Battista”.
In seguito la Chiesa adottò anche l’usanza di benedire le messi. Più tardi queste feste rituali in onore di questo grande Profeta e Precursore si diffusero con grande partecipazione di popolo in tutta Europa. Diversi cronisti medievali raccontano che si accendevano dei falò sulle alture,si effettuavano processioni per i campi con torce accese e l’uso molto diffuso di far rotolare una ruota di carro. Quest’ultima usanza significava che il sole, giunto al punto più alto della sua ellisse cominciò a discendere. Questa tradizione dei falò accesi sulle alture e le pratiche magiche legate alla vigilia di S. Giovanni sopravvissero nei secoli fino ad oggi, anche se in modo nascosto nelle case,nelle campagne e nei boschi e nonostante i molti editti e le molte azioni repressive delle autorità ecclesiastiche,che vietavano gli eccessi popolari di questa festa. Una festa che in certi luoghi degenerava spesso in pratiche,riti e culti ritenuti fuorilegge perché troppo pagani.

LA TRADIZIONE POPOLARE DEI FUOCHI DI S. GIOVANNI IN EUROPA

Nel XVI secolo in molti villaggi e città della Germania si accendevano i fuochi per la vigilia di S Giovanni e tutti, giovani e vecchi, si riunivano intorno al fuoco passando il tempo ballando e cantando con delle corone di Artemisia e Verbena e guardando attraverso di esse il fuoco credendo che questo avrebbe conservato gli occhi sani per tutto l’anno. In Austria e in Boemia fino al secolo scorso si spingeva lungo un pendio una ruota talvolta infuocata perché ricoperta di pece e paglia. In Cornovaglia alla vigilia di S. Giovanni nel villaggio di S. Cleer esiste la tradizione di un enorme fuoco nel quale vengono gettate erbe magiche e un falcetto. In Scozia si usa la “bruciatura del barile”, un ardente barile ripieno di pece viene fatto rotolare per il villaggio, poi portato su un monte viene arso. I tizzoni residui piantati nei campi,secondo la credenza,ne assicuravano un buon raccolto e protezione, dai fulmini. Sempre nell’Austria si è sviluppata una serie di leggende intorno alla festa di S. Giovanni; una delle quali racconta che Erode diede ai soldati incaricati della cattura del Santo un ordine di fare un grande fuoco quando fossero riusciti nel loro intento affinché il governatore lo potesse sapere il più presto possibile. I soldati ubbidirono, ma per miracolo nello stesso momento si accesero fuochi su tutte le colline cosi che Erode non capì più nulla. Per ricordare l’ evento si accendono i fuochi in quella notte. Altra usanza tipica è il cosiddetto “salto del fuoco”: un ragazzo afferrando la sua ragazza per la vita, prende la rincorsa e con lei spicca un salto al di la delle fiamme di un falò; nel frattempo si gettano in aria delle vecchie granate ardenti in ricordo di un antico incantesimo del fuoco contro spiriti e streghe malvagi. Mentre a Grein, sul Danubio, si da fuoco a dei piccoli barili ripieni di pece che vengono poi gettati nel fiume.

Ragazzi saltano il fuoco
I barili nel fiume
Nerone

LA TRADIZIONE POPOLARE IN ITALIA

Soprattutto nel sud Italia la tradizione popolare legata sia alla vigilia che alla festa di S,Giovanni Battista è molto viva e mantiene aspetti ed eredità magico religiose assai interessanti. In Abruzzo si crede che al tramonto del giorno di S,Giovanni il sole si tuffi tre volte nel mare e una nuvola bianca gli asciughi il volto. Secondo un altra leggenda guardando il sole al tramonto si può vedere la testa di S Giovanni. Anticamente a Roma questo giorno che era dedicato a Cerere il popolo veniva nella piazza che adesso porta il nome di S. Giovanni schiamazzando e facendo fracasso credendo in tal modo di cacciare le Arpie e i Numi malefici affinché non danneggiassero il grano. Questa usanza continuò anche nel Medioevo però i nemici erano le streghe.
Sempre a Roma davanti all’ uscio di casa si disponeva dell’acqua benedetta per impedire l’ ingresso alle streghe oppure inchiodando sulla porta un ferro di cavallo di fronte alla porta un vaso pieno di sale così le streghe non potevano passare perché obbligate a contare tutti i granelli e i fili della scopa. Operazione che richiedeva molto tempo tale da arrivare fino all’ alba e con essa la strega perdeva il suo potere malefico.
Nel Lazio molti credevano che nella notte di S. Giovanni le streghe viaggiassero inquiete per le strade e per vederle sarebbe stato sufficiente mettersi ad un incrocio stradale e stare a guardare“con il mento appoggiato ad una forca.
In Versilia si crede che immergendosi nelle acque del mare dopo la mezzanotte del 23 Giugno si possa guarire dall’ epilessia. Sul monte Amiata la festa di S. Giovanni è chiamata Santa Fiora o “Festa delle Guazze”; nell’occasione moltissimi fuochi illuminano i sentieri le valli e le colline. Altre credenza toscana attribuisce ai nati il 24 Giugno particolari poteri magici.
Sempre nella notte di S. Giovanni le ragazze che ancora non sono fidanzate espongono sul davanzale della finestra un bicchiere ricolmo di acqua e chiara d’ uovo. Se al mattino si troverà pieno di bollicine ciò sarà presagio di futura vita matrimoniale fortunata.
Nell’Abruzzo le ragazze che aspettano il principe azzurro raccolgono l’ ortica alla vigilia di S. Giovanni e ne fanno dei mazzetti che vengono esposti sul davanzale della finestra prima di coricarsi .Se al mattino le foglie sono ancora fresche è di buon augurio.
Secondo una leggenda Piemontese nella notte di S. Giovanni le ragazze che balleranno nove volte intorno al fuoco potranno sicuramente maritarsi.
Nel Veneto la ragazza che desidera sapere quale tra i pretendenti l’ ama di più deve gettare in un catino pieno d’ acqua vari biglietti ripiegati sui quali avrà scritto i loro nomi. Il biglietto che bagnandosi si aprirà per primo svelerà il predestinato.
Mentre per le zitelle esiste un antico rito pagano dedicato a Priapo che consiste nello sfregare leggermente le parti intime sull’ erba fresca di rugiada; dopo tale rito viene garantito un marito entro l’ anno.
Secondo altre credenze popolari chi mangia frittelle di fiori di sambuco il 24 Giugno non si ammalerà per tutto l’ anno. Mentre saltare il fuoco prima della mezzanotte del 24 protegge in modo speciale dalla febbre e dal mal di gola. Si dice inoltre che chi raccoglie a mezzanotte un mazzo di felci chiamate anche”penne del Diavolo” e le mette in casa dove sta il denaro, non lo troverà mai diminuito. La “guazza di S.Giovanni Battista” è ritenuta benefica per uomini e animali. Se i panni vengono stesi all’ aperto in quieta notte per tutto l’anno non ci sarà bisogno di naftalina.
A Ferrara esiste una usanza divinatoria che consiste nel lasciare la notte di S.Giovanni la chiara d’uovo in un piatto, al mattino verranno interpreta te le varie forme create per trarne auspici futuri.

LA TRADIZIONE MAGICA

La notte del 23 e 24 Giugno si celebrano i riti magici di origine molto antiche. Si compiono vari riti propiziatori ai quali solo gli iniziati possono partecipare. Da molti secoli all’alba della vigilia di S.Giovanni si prepara la “Bacchetta del comando”, strumento principale degli antichi maghi Celti. La “bacchetta” è composta di un ramo di nocciolo vergine tagliato con un coltello nuovo e con un solo colpo pronunciando la formula “Io ti colgo” in nome di Adonai, Elohim, Mitraton, affinché tu abbia la virtù della verga di Mosè e di Giacobbe per scoprire ciò che vorrà sapere”. Alla mezzanotte esatta della vigilia di S. Giovanni viene celebrato da secoli il grande rito magico.

I FUOCHI DI S. GIOVANNI BATTISTA A SATURNANA

Anche a Saturnana la tradizione dei fuochi alla vigilia della natività di S.Giovanni Battista era molto viva fino a qualche decennio fa. Infatti tutti gli abitanti partecipavano con entusiasmo a questo antichissimo rito che veniva celebrato fino all’ immediato dopoguerra, alla Rampa nei pressi di Cerchiaio e naturalmente nel piazzale antistante il parco adiacente all’antichissima Pieve dedicata a S. Giovanni Battista, venivano portate e ammassate numerose fascine di legna secca. Poi, alla mezzanotte esatta, veniva appiccato il fuoco e tutti cantavano e ballavamo attorno al falò. I giovani e le ragazze si cimentavano nel salto del fuoco (da nord a sud) in coppia credendo che rimanendo indenni dalle fiamme fosse di buon augurio e felicità futura mentre gli anziani si auguravano un raccolto buono, olio abbondante e un vino migliore.
Successivamente i fuochi della vigilia di S.Giovanni vennero celebrati saltuariamente e con spirito diverso fino agli anni settanta quando le ultime fiamme dei falò si alzarono “crepitanti e vivide” ad illuminare la magica notte di S. Giovanni nell’antica e millenaria SATURNANA.