Le origini

L’ origine di SATURNANA si sperde in epoche remote, tanto da dar luogo a varie storie e leggende talvolta molto strane, fiorite appunto intorno all’origine del paese. Si parla infatti di grotte e di tunnel interminabili e grandiosi che attraversavano il paese da un capo all’altro; ma soprattutto delle gesta del Re Saturno pastore guerriero potente e sanguinario in continua lotta con i suoi fratelli Pito e Giro, i quali si dice fossero stati i fondatori di Piteccio e Cireglio, paesi tuttora esistenti a pochi chilometri da SATURNANA.
Prescindendo da tutte questa storie tramandate da padre in figlio nei corso dei secoli, la storia e l’origine di SATURNANA è ben diversa ma non per questo priva di fascino.
SATURNANA sorse circa 2.000 anni fà ma per saper come ciò avvenne dobbiamo risalire al tempo in cui a Roma venne scoperta la congiura ordita da L. Sergio Catilina a danno della Repubblica in seguito alla quale egli, con un piccolo esercito di congiurati, dovette abbandonare Roma e fuggire dirigendosi verso il nord, sulla pista di Fiesole, la cittadina etrusca dove un altro piccolo esercito di congiurati al comando di Manlio luogotenente di Catilina stava attendendolo con il il resto dei congiurati fuggitivi.
Manlio, messo sull’ avviso da un messaggero mandato da Catilina stesso, si prepara a riceverlo con tutti i suoi che stavano sopravvenendo alla volta di Fiesole.
Arrivati nella cittadina distesa sulle colline, Catilina e i suoi decisero di riposarsi per alcuni giorni ma ben presto giunsero notizie allarmanti da parte di sentinelle e di pattuglie riguardanti numerose Legioni Consolari che stavano sopravvenendo al comando del Console C. Antonio alla volta di Fiesole.
Catilina e Manlio constatato che le legioni Consolari erano troppo ingenti per le loro esigue forze, decisero di abbandonare al più presto Fiesole e inoltrarsi nel territorio Pistoiese cercandovi scampo.
Fatti i preparativi in grande fretta e rifornitisi di numerosi viveri e cavalli si inoltrarono per le montagne cercando di passare per impervi sentieri e fittissime foreste allo scopo di nascondersi il più possibile alle schiere nemiche inseguitrici e per impedire un eventuale e rapido avvicinamento da parte di esse e inoltre per meglio disorientare il nemico sulla esatta direzione presa nella precipitosa fuga.
Dopo giorni e giorni attraverso terre selvagge e inospitali, mentre il freddo si faceva più intenso e cominciava a cadere la prima neve, Catilina e i suoi con infiniti stenti e patimenti giunsero in Pistoia, stremati dal freddo dalla fame e dalla stanchezza.
Le Legioni Consolari inseguitrici, anch’esse ostacolate dal freddo intenso e dalla neve, perdettero le tracce dell’ esercito Catilinario così Catilina e il suo malandato esercito poterono riposarsi tranquillamente per alcuni giorni. Sennonchè dopo alcuni giorni di permanenza Catilina ei suoi si abbandonarono ad ogni sorta di misfatti e soprusi ingannando la buona fede dei cittadini Pistoiesi, i quali però a loro volta minacciarono Catilina e i suoi di lasciare al più presto la città altrimenti in caso contrario avrebbero agito con la forza.
L.S.Catilina e il suo luogotenente cercarono allora di rappacificare la popolazione ma invano così essi decisero di lasciare la città.
Abbandonata la città così ostile, Catilina volle dirigersi verso il montuoso territorio pistoiese allo scopo di oltrepassarlo e mettersi in salvo nella Gallia Cisalpina; ma il tempo già minaccioso si scatenava in tutta la sua furia impedendo il proseguimento del cammino lungo gli aspri sentieri montuosi. Così Catilina giunto ai piedi dei monti ordinò l’ innalzamento dell’accampamento nell’ attesa di un giorno più adatto che poteva permettere il proseguimento del lungo cammino; era il 7 Dicembre del 62 A.C. corrispondente all’anno di Roma 691, cioè il giorno e il mese che tutti i Romani veneravano innalzando le loro preghiere in onore del Dio Saturno celebrandolo con ricchi e sontuosi banchetti, orge e riti solenni.
Perciò Catilina da buon osservante Romano ordinò che si celebrassero in luogo più alto queste feste in onore del DIO SATURNO dal quale questa feste presero il nome di SATURNALI e da questi sorse o meglio nacque il paese di SATURNANA.
Anticamente, prima cioè della venuta di Catilina questo luogo ove sorse il paese, veniva denominato la “Grande Selva” per la grande abbondanza di fittissimi ed enormi castagni. Furono certamente alcuni pastori del luogo che vivevano sui versanti della selvaggia montagna che denominarono così questo luogo ove poi sorse e mutò nome in SATURNANA.
Ed è ovvio che durante le celebrazioni in onore del Dio Saturno Catilina fosse sorpreso dall’ esercito Consolare di C. Antonio (che nel frattempo aveva ritrovato le tracce dei fuggitivi) e dovette accettar battaglia morendovi da eroe. Il suo corpo fu ritrovato a molta distanza dal campo di battaglia, lungo un torrente che più tardi prese il nome di “Forra Sanguinaria” appunto per la gran copia del sangue dei cadaveri Romani che si era mescolate alle sue limpide acque.
Il corpo di Catilina fu portato in Pistoia e nel tabernacolo di via S. Salvatore (secondo la leggenda, n.d. r.) venne sepolto con grandi onori.
In ricordo di quel tragico fatto venne eretta nell’800 dal grande mecenate e filantropo Pistoiese Niccolò Puccini, una torre che ancora oggi si può ammirare nel luogo dove avvenne la tremenda battaglia a pochi chilometri da SATURNANA.
Anteriormente a questi fatti avvenuti, il superiore terreno Pistoiese era stato teatro di numerose battaglie da parte di legioni mandate da Roma per la conquista della Gallia Cisalpina e per combattere popoli devastatori come i Galli Boi e i Liguri Apuani abitanti le selvagge regioni di tutto l’ Appennino Toscano.
Secondo lo storico Tito Livio, questi popoli vennero soggiogati e in parte distrutti in diversi anni e in diverse campagne militari dalle Legioni Romane comandate dai Consoli M.A. Serano e Q. Fulvio Flacco nell’ anno 224 A.C. e sotto il Consolato di Marco Claudio Marcello.
In questi anni e successivamente a questi i comandanti Romani mandati ad abbattere quei popoli, fondarono moltissimi paesi a cui diedero il nome loro nome e fecero erigere torri e fortificazioni che permisero una maggiore difesa e un maggior controllo militare e politico, Inoltre questi paesi servirono anche come base militare per nuove imprese nei luoghi da conquistare.
In SATURNANA , come negli altri paesi, vennero costruite varie fortificazioni ,in special modo sui passi montani, più accessibili inoltre i Romani costruirono numerose case sostituendo così le primitive capanne. Sui versanti della montagna vennero erette superbe torri, vennero tracciate alcune strade che permisero alla popolazione del paese di andare più agevolmente in città e in altri paesi. Inoltre i Romani insegnarono alla popolazione del paese, in gran parte dediti alla pastorizia, ad arare la terra e seminarla traendo da essa numerosi prodotti; perciò SATURNANA subì in pochi anni una rapidissima trasformazione, divenendo un centro molto vivo e attivo da rivaleggiare con altri paesi più grandi e situati in terre più ricche e fertili di SATURNANA.
Nell’ anno 883 i Conti Guidi ottennero il Marchesato di Toscana. I successori di questi eressero altri castelli per le difese dei vari paesi da essi amministrati; questi infatti erano molti e comprendevano: Cireglio, Popiglio, Piteglio, Gavinana, S. Marcello, Lizzano o Litana. Quest’ultimo prese il nome da un fatto avvenuto durante le campagne fatte dai Romani, mandati ad abbattere le orde dei popoli abitanti il Toscano Appennino; essi infatti in quel luogo misero in atto una grande imboscata nella quale perirono ben cinque Legioni Romane condotte dal Console Licio Postumio. Infatti questi popoli tagliarono una buona parte della foresta e vi collocarono alcune tende, vi accesero molti fuochi, poi essi si ritirarono nelle adiacenti foreste attendendo la venuta dei Romani, i quali alla veduta dei fuochi decisero di sorprendere quei barbari così penetrarono nella vasta radura, Nel frattempo furono accerchiati dai barbari che nel frattempo erano passati alle spalle delle Legioni chiudendogli così la ritirata. Da tale insidia pochi Romani scamparono.
Ma ritorniamo a SATURNANA.
Per iniziativa di questi Conti Guidi, signori di buona parte della Montagna Pistoiese, vennero erette numerose case e castelli che permisero e garantirono la sicurezza del paese che si ampliò e acquistò importanza. Nella sede di Cireglio i Conti Guidi controllavano agevolmente ciò che avveniva negli altri paesi da essi efficacemente difesi e amministrati, per mezzo di altissime torri situate sulle alture sovrastanti il paese.
Secondo alcuni storici, alcuni paesi da me menzionati non figuravano fra i possedimenti che appartenevano ai Conti Guidi, ma a confermare che tutto ciò è vero, ci sono pervenuti scritti ufficiali degli Imperatori Germanici come Arrigo VIll e Federico II che effettivamente tutte queste terre e i relativi paesi erano sotto la giurisdizione di questi Conti.
Uno di essi e precisamente il Conte Guido, negli anni 1159 e 1220 durante l’ Impero di Federico II, concesse al popolo di SATURNANA una intera vallata che dal fiume Reno scende verso l’ altro fiume che scorre ai margini del paese Piestro. Questo Conte diede al territorio il nome di Brandeglio e vi eresse un castello precisamente il 22 giugno 1159 per abitarvi insieme alla Contessa Sofia, sua zia e sua sorella la Contessa Alberta. Nel 1218 vari paesi come Lamporecchio, Orbignano, Celle, Petriolo compresa anche SATURNANA furono ceduti a Soffredo, Vescovo di Pistoia il 22 settembre 1218 dopo infinite controversie con l’abate di S. Bartolomeo in Pantano.
Ai primi del “300“ SATURNANA e molti altri paesi della montagna vengono temporaneamente abbandonati, causa di ciò è la venuta dei fiorentini e dei Lucchesi i quali assediarono e occuparono Pistoia nel 1301 riformandola a parte nera e concordando di mandarvi per podestà e capitano persone illustri delle loro città. Così avvenne che molti Bianchi dovettero uscire da essa e stabilirsi in Piteccio. A capo di essi vi era Filippo Vergiolesi, il quale dopo poco tempo principio a fare scorrerie sulla città causando disordini e disagi ingenti alla popolazione cittadina e ai Neri di Pistoia e di Lucca.
A questo punto per placare gli animi, si ritenne opportuno mandare una spedizione contro i bianchi di Piteccio; così avvenne che i Neri presero d’assedio il castello; da ciò ne seguirono sanguinosa battaglie finchè un giorno gli assediati di fazione Bianca favoriti dal tempo oscuro e piovoso il giorno di S. Andrea del 1307 riuscirono a fuggire rifugiandosi nella Sambuca.
I fuggitivi capeggiati dal Capitano M. Filippo Vergiolesi che conduceva con se la figlia Selvaggia arrivarono nella Sambuca posta a oriente di SATURNANA e vi si stabilirono alloggiando nel castello che vi si trovava». In seguito, dopo altre e frequenti scorrerie a danno dei Neri di Pistoia, Filippo Vergiolesi e i suoi dovettero cedere al Pistoiese il castello per 11.000 lire e poi fuggire. In esso vi morì Selvaggia, la donna tanto amata ed esaltata dal grande poeta Pistoiese “Gino”.
Nel frattempo, sulla Montagna Alta avvennero disordini a causa di sconfinamenti di alcuni paesi. I Podestà non riuscivano a placare questi disordini così chiesero aiuto a Pistoia ma la città non poteva dare nessun aiuto in quanto che anche in essa vi avvenivano continue rivolte.
Poco tempo dopo Lucca cominciò ad aumentare le pretese per il possedimento di alcuni paesi della montagna come Cutigliano, Popiglio ed altri. La città cadde in subbuglio quando Filippo Tedici consegnò a Castruccio Anteminelli, lucchese, la città di Pistoia dietro la concessione in sposa della figlia di quest’ ultimo, la vaga Madonna Dialta.
La rivolta della città causò la fuga del traditore Tedigi, il quale si diresse presso Popiglio ma i Pistoiesi lo catturarono presso il ponte sulla LIMA all’Ambure; la sua testa venne messa su una picca e portata in Pistoia e venne attaccata sulla facciata del palazzo di GIANO in segno di ammonimento per tutti i traditori.
Dopo questi fatti Lucca mandò sulla montagna Pistoiese una grossa spedizione di fanti, al comando di Castruccio Antelminelli suocero del Tedioi, il lucchese che fu definito il più grande esperto di cose militari del “300”, il cui nome significa “uomo degli accampamenti”.
Quest’uomo di grande genio, nei molti paesi della Montagna Pistoiese come Popiglio, Cireglio, Gavinana, eresse molte torri e molte fortificazioni. Dopo la campagna militare per la conquista della Sambuca, il castello fu conquistato col favore del castellano. Castruccio per maggiore sicurezza del territorio eresse sul poggio del Brandeglio una fortezza a cui pose il nome di Bellosguardo o Belriguardo.
Questo castello fu costruito in un’ ottima posizione dalla quale si poteva controllare molte zone della montagna in special modo SATURNANA. Questa fortezza venne distrutta nell’anno 1330 e i nobili di essa portati a Pistoia e giustiziati.
Già nel 1277 e forse anche molto tempo prima, SATURNANA possedeva una podesteria che prendeva il nome di “podesteria di SATURNANA e San Felice” accoppiando così due adiacenti paesi.
Altre potesterie erano a Belriguardo e nei Brandeglio, quest’ ultimo confinante con il paese di SATURNANA. Inoltre SATURNANA poteva vantare anche il nome di “PIEVE di S. Giovanni Battista”, la chiesa fatta costruire dai Conti Guidi molti secoli addietro e a ciò si aggiungeva anche l’ Oratorio di S. Sebastiano a Campiglio, quello della B.V.M. a Tocigliana e di S.M. Maddalena a Lizzanello.
Nell’ anno 1358 i popoli e i vari castellani della Montagna Alta si ribellarono, ciò causò la soppressione di molte Podesterie. In seguito anche le ultime Podesterie rimaste furono sostituite con l’ufficio dei Capitano di giustizia. Infatti ogni Capitano risiedeva in ogni paese ed era straniero, aveva il potere di amministrarlo insieme a tutto il territorio che esso comprendeva.
A questo Ufficio di Giustizia furono addossati non soltanto gli affari militari ma anche quelli civili. Sui primi del ‘400 un ingente esercito visconteo di 20.000 uomini condotto da Jacopo del Verme, allevato alla scuola di Ventura di Alberico da Barbiano, passò la montagna Pistoiese per dilagare in Pistoia e in Firenze. Questa venuta mise a disagio la popolazione dei vari paesi della Montagna; l’ Ufficio di Giustizia dovette rimanere impotente anche quando il Conte Francesco Sforza ordinò a SATURNANA e ad altri paesi di consegnare bestiami e raccolti i quali dovevano servire per il mantenimento del suo numeroso esercito, questo in notevole ritardo a ciò che era avvenuto in Firenze e nelle altre città come Pistoia, Lucca, Arezzo con le lotte fra Guelfi e Ghibellini. I Guelfi erano sostenitori del Papa e i Ghibellini sostenitori dell’Impero germanico; nelle montagne del Territorio Pistoiese nel 1501 si accendono di nuovo tremende lotte fra Panciatici e Cancellieri così nei paesi della Montagna avvennero uccisioni, massacri, incendi impiccagioni e discordie continue che man mano cominciavano di nuovo a propagarsi in città. Questo disordine politico-civile permise l’ invasione degli eserciti Francesi, Spagnoli e Tedeschi. Tali disordini si estendevano in molta parte di tutto il territorio Pistoiese e le spese le facevano i paesi più vicini alla città infatti dalle città provenivano spedizioni punitive or dell’ una or dell’altra fazione si susseguivano con gravi danni per le due opposte fazioni senza nessuna tregua. Accadeva così che in uno stesso paese famiglie di fazione opposta si trucidassero a vicenda in brevi ma cruente lotte, a ciò si univano Ie fazioni della città le quali con la loro presenza attizzavano ancora più i focolai già da diverso tempo accesi.
SATURNANA così prossima a Pistoia era, si può dire, il centro del focolaio di queste lotte fratricide. In uno di questi scontri avvenuto sui primi del 1500 a SATURNANA in località Santo, luogo ai margini nord-orientali del paese, seminascosto nella foresta della Lappata, i Cancellieri assediarono e assalirono in varie riprese questo castello difeso da una parte dai Panciatici; ma nel frattempo provenienti da altri paesi situati sulla collina sovrastante il paese di Piteccio, marciavano alla volta del Santo per assalire alle spalle gli assedianti Cancellieri; ma il destino volle che questi fossero avvertiti da una donna che un numeroso contingente di Panciatici bene armati stava sopravvenendo. I Cancellieri, ormai stanchi per fronteggiare i nuovi venuti, decisero di abbandonare l`assedio e fuggire nottetempo passando di nascosto nella località di Fontana e tornare in Pistoia.
Poco tempo dopo una parte di Panciatici del Castello del Brandeglio situato ai margini del paese sul fiume Piestro subirono l’assalto di oltre 600 Cancellieri, ma questi anche se molto più numerosi e meglio armati furono respinti con gravi perdite così si diressero altrove assalendo e prendendo altri paesi di fazione Panciatica come Cireglio il quale rimase distrutto dopo un breve assedio all ultimo baluardo difesivo il gigantesco campanile nel quale molti Panciatici vi si erano asserragliati per una estrema difesa.
Nel 1520 il Capitano Vincenzo di Poggio, sostenitore dei Panciatici, saccheggiò Cireglio e buona parte del paese di SATURNANA bruciando le case di fazione Cancelliera.
Ma i Cancellieri più tardi ripresero la rivincita con l’ aiuto del Duca Cosimo de’ Medici il quale mandò un forte contingente di fanti e cavalieri i quali unitisi agli smaniosi Cancellieri assalirono di nuovo le fazioni Panciatiche di SATURNANA, Valdibura (Valdibure) ,Uzzo e Capo di Strada (Capostrada) facendogli subire gravi e ingenti danni. Queste lotte si protrassero ancora per molti anni finchè queste cessarono, per accordi presi tra eminenti e illustri cittadini delle due famiglie, le quali decisero la fine delle ostilità.
Così SATURNANA, come gli altri paesi che dovettero subire in quegli anni così vaste distruzioni, risorsero dalle rovine; vennero ricostruiti vari edifici, venne restaurata e in parte ricostruita la chiesa che subì gravi danni durante quelle tremende lotte; inoltre venne ristabilito l’ordine e la pace nel paese.
Nel 1645/’46 iniziarono i grandi temporali e i freddi che distrussero tutti i raccolti, la neve e il freddo poi causarono la decimazione dei vari paesi della montagna Pistoiese. Per la grande scarsità di cibo che ne seguì e il freddo intenso per lunghi mesi fino a raggiungere il mese di giugno. Da così grave calamità la popolazione del paese dovette risollevarsi a stento ma con gli aiuti forniti dalla città riuscì di nuovo a risorgere e a rendersi utile.
In quell epoca la popolazione di SATURNANA comprendeva in gran parte pastori, commercianti, contadini, inoltre cominciavano a fiorire ferriere e officine varie che si estendevano lungo il fiume Piestro.
Il 18 marzo 1706 il Granduca dè Medici di Toscana proibì l’introduzione degli animali bovini in territorio Toscano poichè questi animali causavano forti malattie contagiose alle popolazione della città e delle montagna. A tal fine venne creato il “lazzaretto della montagna” nei pressi del paese di Taviano il quale doveva intrattenere i forestieri in quarantena. Però nonostante la creazione di questo lazzaretto gli animali venivano introdotti ugualmente nel territorio causando al popolo gravi malattie.
Nel 1747 il Magistrato di Sanità di Firenze proibì di nuovo sotto gravissime pene per i trafficanti, che le bestie bovine malate della Lombardia fossero introdotte di nascosto nel territorio Pistoiese e negli altri. Ma il traffico continuava, nonostante che molti trafficanti venivano affidati alla giustizia, così il Magistrato di Sanità dovette far presente la situazione al Granduca, il quale fu costretto a mandare guarnigioni di soldati in SATURNANA poichè essa era ritenuta in quel tempo come il luogo più adatto e più accessibile a questi loschi traffici.
Sui passi montani e sulle alture adiacenti il paese vennero collocate numerose sentinelle, inoltre nel paese venne collocato un Ufficio il quale aveva l’ obbligo di fermare o segnalare individui sospettati di loschi traffici.